La tecnologia delle caldaie a condensazione è
stata proposta al mercato europeo nella
seconda metà degli anni novanta e si è poi diffusa
progressivamente, fino a raggiungere ai giorni nostri
un’interessante quota di mercato. I paesi dove ha avuto
maggiore successo, sono quelli del nord Europa come: Germania,
Olanda, Francia e Inghilterra. Quest’ultima in testa per numero
di caldaie installate, grazie anche a incentivi statali. In
Italia, la diffusione delle caldaie a condensazione comincia
verso la fine degli anni novanta e prosegue fino ai giorni
nostri con volumi di vendita inferiori a quelli europei, ma
interessanti per un mercato giovane e in via di sviluppo. Anche
in Italia sono state promosse a livello locale, regioni e
province, azioni incentivanti per nuove installazioni o
sostituzioni di generatori esistenti con macchine ad alta
efficienza energetica, tra cui quelle a
condensazione.
Il quadro normativo
Perché un prodotto trovi larga diffusione nel mercato, deve
produrre effetti utili a vantaggio di operatori e utilizzatori.
In particolare, nell’ambito degli impianti termici e a gas, il
prodotto deve consentire risparmi economici ed
energetici nella gestione d’impianto ed essere
accompagnato da un adeguato supporto normativo che ne faciliti
l’installazione e l’utilizzo nel rispetto
della sicurezza.
La tecnologia a condensazione ha avuto un maggiore sviluppo in
questi ultimi anni anche perché, in ambito europeo e nazionale,
sono stati realizzati nuovi testi normativi che consentono di
facilitare il lavoro a installatori e progettisti. In Italia,
nel luglio 2003 è stata emanata la norma UNI 11071
che si occupa di apparecchi a condensazione ed affini
installati al servizio di impianti a gas per
uso domestico e similari. Oggi in Italia, l’UNI 11071
rappresenta per gli impianti con apparecchi a condensazione di
potenza termica nominale inferiore ai 35 kW il
corpo normativo più completo.
In ambito nazionale, per completare il quadro normativo di
riferimento sull’argomento, è doveroso citare l’esistenza del
progetto di norma CIG E.01.08.929.0 per impianti con
generatori di potenza maggiore di 35 kW. Questo, superata
l’inchiesta pubblica approvata nel novembre 2004 e conclusa nei
primi mesi del 2005, è in attesa di diventare norma. L’UNI
11071 si integra con il corpo normativo esistente in materia di
camini e canne fumarie, come le norme UNI 9615,
UNI 10640, UNI 10641, UNI 10845; e le più
recenti norme europee EN 1443 Camini –
Requisiti generali (giugno 05), EN 12391-1 Camini - Esecuzione
di camini metallici e condotti - Parte 1 - sistema di camini
(gennaio 06), EN 13384-1 Camini - Metodi di calcolo termico e
fluido dinamico - Parte 1: Camini asserviti ad un solo
apparecchio (giugno 04), EN 13384-2 Camini - Metodi di calcolo
termico e fluido dinamico - Parte 2: Camini asserviti da più
apparecchi da riscaldamento (giugno 04).
La tecnica
La tecnologia applicata alle caldaie a condensazione è una tra
le più avanzate oggi disponibili sul mercato. Questa consente
di ottenere un migliore rendimento utile rispetto ai generatori
tradizionali.
In questi generatori, il risparmio proviene essenzialmente da
due condizioni: da una maggiore quantità di calore sensibile
recuperato dai prodotti della combustione, in quanto i fumi
escono a una temperatura più bassa; dal recupero del calore
latente di vaporizzazione, tramite la condensazione del vapore
acqueo contenuto nei prodotti della combustione.
Nelle caldaie a condensazione i fumi sono espulsi in atmosfera
a temperature di 40 ¸ 50 °C, valori molto inferiori rispetto a
quelli di un generatore tradizionale, solitamente tra i 120 ¸
160 °C.
Tanto più si riesce a fare funzionare un generatore in
condensazione, tanto più calore viene restituito al vettore
termico dell’impianto. Ne consegue un miglioramento del
rendimento e una riduzione dei consumi di combustibile,
a vantaggio della gestione d’impianto.
Grazie alle loro peculiarità, i generatori a condensazione
hanno un rendimento superiore rispetto ai generatori
tradizionali. Normalmente il valore del rendimento di un
generatore si calcola facendo riferimento al potere calorifico
inferiore. Questo standard permette di confrontare tra loro
diversi tipi di generatori. Consideriamo il gas naturale; il
potere calorifico rappresenta la quantità di calore prodotta
dalla combustione completa a pressione costante di 1 m3
di gas, quando i prodotti della combustione vengono riportati
alla temperatura iniziale. In particolare si distinguono due
tipi di potere calorifico. Il superiore, Hs, comprende il
calore di vaporizzazione del vapor d’acqua contenuto nei fumi.
L’inferiore, Hi, si definisce come appena detto, ma con
l’esclusione del calore di vaporizzazione del vapor d’acqua
che, formatosi durante la combustione, è solitamente evacuato
con i fumi attraverso il camino. La distinzione tra i due
poteri calorifici è molto importante: l’inferiore rappresenta
la massima quantità di calore ottenibile dal metro cubo di gas
bruciato con sistemi tradizionali; in questo caso, il vapor
d’acqua è evacuato attraverso il camino senza essere condensato
e quindi disperso, assieme al calore in esso contenuto. Il
superiore comprende anche questa parte di calore, che può
essere recuperato del tutto o in parte con la tecnologia della
condensazione.
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